Andreana ed
Alberto hanno saputo creare un’ambiente familiare ed accogliente, proponendo un’offerta sempre attenta e personalizzata dei servizi al cliente.
Azzurra ha raccolto con entusiasmo e capacità il testimone e le sfide continue che una società in trasformazione esige. Ha progettualità innovative e idee sempre in divenire, malgrado la crisi economica in corso abbia creato situazioni di difficoltà: nonostante il perdurante sentimento di incertezza e le limitazioni agli spostamenti determinati dalla pandemia, non si ferma l'ottimismo di
Azzurra.
Che rapporto hai con l’attività dei tuoi genitori?
“Ho cominciato ad amarla con gli anni, all'inizio avevo altre prospettive come l’insegnamento, crescendo mi sono appassionata. Ho studiato Lingue e Letterature Straniere all'Università, ma quando sono entrata nel mondo del lavoro ho realizzato che mi mancavano le competenze specifiche.
Mi sono quindi laureata in Economia del Turismo, ed ho iniziato a frequentare l’Associazione Giovani Albergatori Federalberghi. Negli anni sono diventata presidente regionale e, grazie a questa bella esperienza, mi sono confrontata con varie realtà formandomi sul campo. Tutto ciò mi ha fatto apprezzare questa professione.
”Qual’è l’aspetto che ami di più di questa attività?
”Ciò che apprezzo maggiormente è il contatto con le persone, con i suoi pro ed i suoi contro. Ad esempio, durante questo particolare periodo di pandemia, ho notato che gli Ospiti hanno una maggiore propensione allo scambio di opinioni, la necessità di raccontarsi, confrontarsi, chiacchierare.
A parte la situazione straordinaria che stiamo vivendo, posso affermare che negli ultimi anni il settore dell'accoglienza è cambiato moltissimo, è una professione complessa ed in continua evoluzione. Per questa ragione, dedico molto del mio tempo alla formazione ed all'aggiornamento.
Proprio per la complessità, non è facile incontrare collaboratori motivati e flessibili che si appassionino a questo lavoro. Quando l'attuale generazione di dipendenti arriverà alla pensione, sarà quindi impegnativo trovare validi sostituti. Siamo ancora una delle poche strutture ricettive con la prevalenza di personale assunto, esternalizziamo solo una minima parte del servizio. E nella scelta dei collaboratori prediligiamo da sempre le persone del territorio, perché è qui che volgiamo creare valore.
”Che progetti hai per il futuro di questa attività?
“Di idee ne ho tante...Ho raccolto il testimone dalla mia famiglia, ma voglio rimanere nella tradizione: l'Hotel si chiama ALAN, che è appunto l'acronimo dei nomi dei miei genitori Alberto e Andreana, è il loro progetto di vita.
Al momento non mi sento di apportare grandi modifiche, poi quando ci saranno le condizioni per dare una mia impronta, sarà sicuramente diversa, rimanendo però nel solco della tradizione familiare.
Il nostro Hotel ha l'impostazione calda ed accogliente di una “casa”, ed è ciò che piace agli ospiti: sentirsi "a casa lontano da casa", è per noi il complimento più bello. In futuro, anche se ci saranno dei cambiamenti, saranno sempre in questa direzione, poiché non voglio che l’impronta dei miei genitori venga mai a mancare.
Oltre ad un legame affettivo, l'impostazione familiare del nostro Hotel è anche un progetto vincente, poiché ci differenzia dalla concorrenza e riusciamo così ad emergere.
Per il futuro prossimo abbiamo vari progetti in cantiere: dal rifacimento delle facciate esterne, alla razionalizzazione degli spazi interni, ad un'offerta sempre più attenta e personalizzata dei servizi al cliente.
”Cosa ti auguri per il futuro?
“Mi auguro davvero che le persone facciano tesoro di quello che abbiamo passato in questo anno e mezzo di emergenza sanitaria. Prima della pandemia, nel nostro quotidiano era tutto dato per scontato, adesso l’atteggiamento è diverso: abbiamo imparato che in un attimo può cambiare ogni cosa, non dobbiamo dimenticare ciò che abbiamo vissuto”.